Rabarbaro
Genere:
Rheum
Specie:
palmatum Linnaeus
Famiglia:
Polygonaceae
Descrizione botanica:
È una pianta erbacea perenne provvista di un robusto rizoma strisciante; nella parte superiore si notano le tracce delle inserzioni delle foglie, mentre da quella inferiore partono numerose radichette; la sezione è ellittica e di colore giallo aranciato; i fusti sono eretti, semplici e alti fino ad un metro. Le foglie basali, molto grandi, hanno un picciolo più lungo della relativa lamina fogliare e scanalato nella parte superiore; sono subrotonde, hanno la base cuoriforme e l’apice normalmente arrotondato od ottuso; la superficie è glabra e per corsa da un fitto reticolo di nervature, il margine è irregolarmente inciso e spesso ondulato; le foglie superiori sono più piccole e più allungate. I fiori sono riuniti in un’ampia pannocchia terminale; l’involucro è composto da sei segmenti: i tre più esterni sono piccoli, lanceolati-lineari e rivolti all’indietro, i tre interni sono più grandi, triangolari-cuoriformi e rivolti in avanti. Il frutto è un achenio erigono, cioè di forma a di piramide triangolare, racchiuso dai tre segmenti interni dell’involucro che si accrescono durante la maturazione e si addossano fra di loro.
Habitat:
È originaria della Cina nordoccidentale e del Tibet orientale, coltivato in parte anche in Europa.
Parte utilizzata:
Rizoma
Composizione:
– Derivati idrossiantracenici. Circa il 60-80% dei derivati antracenici è costituito da glucosidi antrachinonici, il 10-25% circa da glucosidi diantronici
– Tannini e più precisamente da una miscela di gallocatechine e composti similari
– Flavonoidi
Proprietà:
– Lassativo
– Astringente
– Stomachico
– A basse dosi prevale l’azione dei tannini e dei principi amari, mentre aumentando la dose comincia a farsi sentire l’effetto lassativo dei glucosidi antrachinonici
Indicazioni:
– Stipsi, in presenza di emorroidi o lesioni anali e dopo interventi chirurgici al retto
– Dispepsia
Controindicazioni:
Le preparazioni a base di Rabarbaro non vanno assunte in caso di occlusione intestinale, né durante la gravidanza o l’allattamento.
Effetti collaterali:
In caso di utilizzo cronico o di abuso: perdita di Sali minerali, di potassio in particolare; pigmentazione delle mucose intestinali.